L'associazione per diversamente abili in cerca di una sede adeguata.
NOVA SIRI - Il 2004 è stato una sorta di “Anno zero”. I ragazzi diversamente abili di Nova Siri, a quel tempo, erano chiusi in casa propria. Ciascuno di loro passava i pomeriggi con la sola compagnia dei propri familiari. Prese vita in quell’anno l’associazione Il Gabbiano, pensata anzitutto come un luogo di incontro, che favorisse l’amicizia e il reciproco aiuto tra le famiglie di quei ragazzi. Molti vi aderirono come volontari, le istituzioni promisero impegno.
Nacque un luogo di condivisione che nel tempo è cresciuto. Oggi vi trovano accoglienza e attenzione personale disabili di tutte le età, dai 17 ai 45 anni. Presero corpo, in quegli anni, anche numerosi progetti condotti con cadenza annuale sino ad oggi: laboratori di arte-terapia, musicoterapia,cartapesta, ceramica, manifestazioni estive di giochi. Tutto il possibile, insomma, per offrire ai ragazzi delle attività che fossero occasione di crescita e apprendimento.
Il tutto, però, rigorosamente in autofinanziamento. L’associazione, costituita come Onlus e accreditata nell’albo regionale delle associazioni, non ha mai visto un euro dagli enti pubblici. Né con progetti regionali, né in altra forma, se si eccettua una sola iniziativa, realizzata nel
Per il resto sono stati i genitori dei ragazzi a mettere mano alle tasche, aiutati solamente dalla buona volontà di qualche operatore volontario, che ha tenuto percorsi didattici senza richieste economiche. Dalle istituzioni, per la verità, è arrivata una sede: alcune stanze della delegazione comunale di Nova Siri sono stati messe a disposizione del Gabbiano e di altre associazioni, tra cui
Anche gli spazi non agevolano l’attività. “Abbiamo dovuto rifiutare le richieste di coinvolgimento di alcune famiglie, anche di altri comuni della zona – spiega Giovanna Stefanizzi, presidente dell’associazione – ma purtroppo questo spazio basta appena per noi”. Anche l’aspetto estetico non è un optional. “Questi ragazzi – spiega
Insomma, adesso il bisogno c’è. E quella sede non sembra più in grado di rispondere alle particolari esigenze dell’associazione. Per risolvere il problema ci sarebbero due possibili soluzioni. La prima chiama in causa un edificio pubblico, ristrutturato negli anni scorsi ma non ancora messo in funzione per lungaggini burocratiche. A Nova Siri, fanno notare i volontari del Gabbiano, c’è un ex mattatoio comunale, ristrutturato per diventare una sorta di centro di aggregazione culturale. “E’ completo da più di un anno, ma ancora non parte. E intanto quella struttura sta invecchiando prima di essere utilizzata mentre noi non sappiamo dove andare”.
Ci sarebbe, per la verità, un’altra ipotesi, forse addirittura migliore. Si tratterebbe di prendere in fitto un appartamento con caratteristiche adeguate e chiedere al comune un sostanzioso contributo per la spesa sostenuta. “Ne abbiamo già individuato qualcuno – continua
pubblicato il 9 marzo sul Quotidiano della Basilicata
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